Quali temi affronta la terapia di coppia?
I temi che emergono e che si affrontano in una terapia di coppia sono vari ma quasi sempre possono essere racchiusi nelle seguenti problematiche: i cambiamenti di vita di uno o di entrambi i partner, la difficoltà a separarsi dalla propria famiglia di origine, la difficoltà a comunicare in modo efficace e chiaro, il calo del desiderio, l’incapacità di comprendere e far emergere le dinamiche implicite all’interno della relazione, la fatica nella gestione dei conflitti o delle aspettative reciproche.
Perché iniziare una terapia di coppia?
La terapia di coppia può essere un ottimo strumento di aiuto quando uno solo o entrambi i partner sperimentano un malessere prolungato o molto intenso. È utile soprattutto per partner incastrati in dinamiche ripetitive o circoli viziosi relazionali che generano incomprensioni, frustrazioni, aggressività e/o disinteresse reciproco.
Uno sguardo terzo sulla coppia può risultare utile. Purtroppo, spesso un significativo numero di coppie sceglie di separarsi senza avere chiesto il parere di un esperto o, ancora peggio, mantiene per lunghi periodi o per sempre un legame disfunzionale.
Naturalmente la psicoterapia di coppia non è adatta soltanto alle coppie con significativi problemi relazionali o già in crisi, bensì può essere funzionale anche per chi ha una relazione sufficientemente buona ma che desidera migliorare il proprio modo di comunicare, evitare futuri conflitti o conoscersi meglio.
La terapia di coppia nell’approccio psicanalitico
La coppia non esiste solo nel presente, anzi spesso le crisi di coppia affondano le radici in tempi passati. Ciascuno dei partner, infatti, ama in base alle proprie esperienze di vita più o meno recenti, a seconda delle ferite o dei traumi subiti, in base ai modelli relazionali e di coppia che ha visto nei propri genitori o, addirittura, in conseguenza al modo in cui ciascuno è stato amato dalla propria famiglia di origine. Per sapere di più rispetto a come le dinamiche genitore-figlio influenzano le dinamiche di coppia del figlio una volta adulto leggi questo e quest’altro articolo.
Secondo l’approccio psicanalitico quando due persone si scelgono, si amano e decidono di costituire una coppia stringono un patto costituito da una parte esplicita e dichiarata e da una parte implicita taciuta. Le dinamiche di coppia, così come le dinamiche interne a ciascuno, sono come un iceberg: ne vediamo e siamo consapevoli solo di una parte, ossia quella conscia.
La parte emersa e consapevole
Essa comprende:
- richieste e aspettative chiare da parte di entrambi;
- desideri e volontà espressi in modo preciso;
- norme o regole di comportamento esplicite e chiare;
- accordi condivisi tra i due partner.
La parte sommersa e inconsapevole
La parte sommersa, al contrario, è costituita da:
- vincoli o norme accettate solo da uno dei due partner;
- richieste implicite o ambigue (per es. “vorrei che tu fossi più indipendente e autonomo ma anche che fossi disposto a sacrificarti per me”);
- aspettative reciproche poco chiare o mai comunicate (per es. “ti scelgo non per quello che sei ma per ciò che vorrei tu fossi o penso tu sia”);
- valori o idee che hanno significati differenti per entrambi i partner;
- aspetti non elaborati delle proprie storie di vita passate che determinano i comportamenti attuali (per es. “non mi fido di te perché in passato ho subito tradimenti”);
- ruoli impliciti (per es. alcune coppie fondano la loro unione sulla dinamica “salvatore-salvato” o “accudito-accudente”).
Come nascono i fraintendimenti peggiori
Talvolta, la parte inconsapevole rema contro contro quella consapevole. È qui che si generano i fraintendimenti peggiori. Facciamo un esempio banale ma chiaro. Prendiamo il caso di un partner che si assume da sempre la responsabilità di gestire la partenza per le vacanze perché ritenuto da entrambi quello “più organizzato”. Questa narrazione può dare spazio a molteplici interpretazioni da parte di entrambi a seconda della dinamica instaurata. Per esempio, ad un livello più manifesto quello dei due “organizzato” potrebbe sentirsi apprezzato ed indispensabile, dunque cercare di mantenere stabile questo suo ruolo di potere; dall’altro, però, potrebbe sotterraneamente sentirsi “usato” o “sfruttato” all’interno della coppia. Allo stesso modo, ad un livello consapevole, il partner “meno organizzato” potrebbe sentirsi più al sicuro e tranquillo affidandosi a quello dei due più competente; tuttavia, magari inconsapevolmente, potrebbe sentirsi inadeguato o svalutato dal partner ritenuto più capace.
La scena appena descritta evidenzia una dinamica potenzialmente disfunzionale poiché la parte conscia di ciascuno continua a spingere perché la dinamica non cambi (entrambi ottengono un ottimo risultato: il partner “organizzato” si sente il più capace; quello “meno organizzato” si sente rassicurato e coccolato) ma quella inconscia preme perché tutto vada a rotoli (il partner “organizzato” si sente sfruttato; quello “meno organizzato” si sente svalutato).
Quali cause determinano una crisi di coppia?
Quando le emozioni idealizzate dell’inizio della relazione vengono meno, emerge in ciascun partner una valutazione più oggettiva e reale delle caratteristiche del partner. Questo passaggio, a volte, può innescare una delusione delle aspettative.
In ogni caso, possiamo dividere in due macrocategorie i fattori più comuni all’origine di una crisi di coppia: i fattori esterni e i fattori interni.
Fattori esterni
I fattori esterni più comuni che innescano una crisi di coppia sono i cosiddetti life-events, ovvero i cambiamenti di vita positivi o negativi che determinano uno squilibrio nella coppia. I più classici sono: la gravidanza, un lutto, cambiare città, cambiare lavoro, una malattia, il licenziamento, un tradimento. In questa circostanza i ruoli e le aspettative reciproche su cui la coppia si basava vengono meno. Vi è un rimescolamento delle carte in gioco e non sempre i partner sono in grado di assestarsi in modo positivo a questa perturbazione.
Fattori interni
I fattori interni alla coppia che possono causare una crisi sono relativi all’intimità di ciascuno dei partner e hanno a che fare con l’emergere di idee, valori o abitudini prima celati o impliciti, la difficoltà a separarsi fisicamente o psicologicamente dalla propria famiglia di origine.
Quali sono gli obiettivi della terapia di coppia?
Contrariamente alla terapia individuale dove il paziente è il singolo soggetto, nella terapia di coppia il paziente da curare è la relazione e le dinamiche messe in atto tra i due partner.
Il lavoro del terapeuta di coppia è quello di riconoscere il significato del disagio o del sintomo contestualizzandolo alla luce della fase del ciclo di vita in cui esso si manifesta (“Perché il disagio emerge proprio ora?”), delle regole di relazione della coppia (“Quali regole della coppia sono andate in crisi?”), della storia personale dei suoi membri e di quella delle loro famiglie d’origine (“In che modo la storia di vita di ciascuno ha determinato la crisi?”).
Il terapeuta dovrebbe rappresentare una figura neutra, esterna alla coppia, equidistante da entrambi, non giudicante.
Mediante la relazione terapeutica, il terapeuta introduce elementi utili ad eliminare il disagio, aiuta i partner ad immedesimarsi l’uno nell’altro, consente di far emergere le dinamiche e le aspettative implicite della coppia, evidenzia la responsabilità di entrambi nel determinare e/o mantenere la crisi, porta alla luce i ruoli stereotipati o i pregiudizi reciproci tra i partner, aumenta la capacità di entrambi di esprimere in modo chiaro le proprie idee e i propri stati d’animo, si impegna ad elaborare con la coppia strategie efficaci di gestione del conflitto e della comunicazione.
Modalità operative della terapia di coppia
L’obiettivo è definire un contratto di lavoro terapeutico chiaro tra la coppia e il professionista, con l’intento di elaborare specifiche strategie di comunicazione in grado di creare un nuovo equilibrio. La coppia si apre al terapeuta sperimentando con lui le proprie dinamiche disfunzionali e ambigue che spesso si manifestano proprio nella stanza dell’analista. Un occhio esterno consente di osservare in modo neutro ciò che accade, di a lavorare sulle dinamiche consce e inconsce che si mettono in atto, di trovare dei modi differenti per gestire lo stallo. Naturalmente, affinché la terapia di coppia dia buoni frutti entrambi i partner devono essere motivati ad intraprendere un percorso su sé stessi e sulla propria relazione.
La terapia di coppia, una volta conosciuti i partner, compresa la richiesta iniziare e individuati gli obiettivi di lavoro coerenti, prevede incontri della durata di circa un’ora a cadenza settimanale o quindicinale, a seconda delle situazioni e della fase terapeutica.
Michela Launi
Sono una psicologa milanese ad orientamento psicanalitico. Credo fortemente che i momenti di difficoltà della vita possano essere occasione di crescita, comprensione di sé e fonte di miglioramento personale. Offro prestazioni a tariffe accessibili perché sono convinta che il benessere psicologico non debba essere un lusso per pochi ma una possibilità alla portata di tutti.