“Ho paura di essere pazzo” è un tipo di pensiero che spesso abita la psiche umana.
Può capitare, infatti, che la nostra mente venga assediata da pensieri terribili e l’angoscia di essere “pazzo” e di avere qualcosa che non va nella nostra testa diventi ingestibile.
Ogni sintomo, anche quello più strano, ha un significato e la paura che esso scatena è essa stessa un indicatore prezioso di ciò che capita dentro di noi. Spesso, addirittura, è un modo della nostra mente per difenderci da qualcosa di estremamente angosciante.
Perché pensare di essere pazzi può essere un utile e buono campanello di allarme? Perché se sappiamo coglierlo e comprenderlo questo pensiero può aiutarci a rintracciare l’origine profonda del malessere e guarirlo. Dare un nome a ciò che viviamo nel momento in cui stiamo soffrendo aiuta a farci capire che non siamo soli, che altre persone si stanno facendo le stesse domande e che c’è qualcuno che, attraverso la psicoterapia, è preparato per aiutarci ad alleviare il nostro dolore.
Pensieri disfunzionali che possono affollare la nostra mente
“Mi sembra di non riuscire a pensare bene”
“Ho paura di impazzire e di svenire”
“Mi capita di avere continui pensieri ricorrenti”
“Temo di fare male a me e agli altri”
“Non ho più voglia di fare niente”
“Non ne uscirò mai”
“Ho paura di essere pazzo”
Esistono precisi segni di pazzia?
Ma esistono precisi segni di pazzia? La risposta è che esistono sintomi (come per esempio il timore di essere pazzi) che ci indicano la presenza di una patologia che può essere ascoltata e curata. È importante notare che non tutti i sintomi hanno a che fare con un disturbo specifico, alcuni sono trasversali a più patologie, ed è per questo che è essenziale un approfondimento clinico per poter dare senso alla sofferenza personale all’interno della storia di vita di ciascuno.
Alcuni sintomi possono essere un segnale che è necessario trattare con tempestività per evitare che diventino cronici.
Poter dare un nome alla sofferenza non deve spaventare: non si tratta di un’etichetta che ti assegna una malattia da cui non c’è via di uscita. Saper di cosa si soffre, invece, deve rassicurare facendoti capire che in molti hanno già vissuto ciò che stai attraversando e grazie alla psicoterapia e al supporto psicologico sono riusciti a stare meglio. “Ho paura di essere pazzo” è un pensiero da approfondire e da ascoltare, non da cancellare.
Alcuni delle patologie più frequenti che possono originare il pensiero “ho paura di essere pazzo”
- Attacco di Panico: è uno stato di forte paura che raggiunge il picco nel giro di dieci minuti, caratterizzato dalla comparsa, spesso inaspettata, di sintomi fisici molto spiacevoli e pensieri catastrofici (paura di morire, di impazzire, svenire). Spesso la persona che ne soffre sviluppa un’ansia anticipatoria, sviluppando il terrore che l’attacco di panico possa verificarsi di nuovo.
- Sintomi Depressivi: possono essere caratterizzati da pianto, disturbi del sonno, irritabilità e fatica nello svolgere le azioni più normali. Spesso sono associati a sensazioni che riguardano il sentirsi oppressi, senza futuro e senza la possibilità di uscire da quel disagio.
- Ossessioni e Compulsioni: spesso chi ne soffre ha la sensazione di non essere padrone della sua mente. Essa è assediata da pensieri ricorrenti, estremamente angoscianti, da cui sembra impossibile riuscire a distrarsi. Talvolta le ossessioni possono essere accompagnate dalle compulsioni. Esse portano il soggetto a svolgere alcune azioni (lavarsi le mani, controllare la porta, svolgere rituali) senza le quali sembra impossibile riuscire a calmarsi.
- Disturbi Alimentari: la necessità di riempire un proprio vuoto attraverso il cibo in modo incontrollato oppure di privarsi di tutto fino a non sentire più lo stimolo della fame fanno parte di questa categoria. Il sentimento di vergogna associato spesso induce ad alcune condotte “compensatorie” quali per esempio il vomito autoindotto.
Se vuoi capire il perché ti trovi ad avere a che fare con alcune di queste sensazioni, fissa un appuntamento. Capirne il significato assieme ad un terapeuta e liberarsene è possibile.
Sara Santus
Ho fatto delle mie risorse e delle mie fatiche un lavoro. Da anni lavoro come psicologa psicoterapeuta a Milano in diversi settori, perché credo fortemente che l’unico modo per continuare ad imparare ed evitare di diventare autoreferenziali sia stare in mezzo alle persone, in tutte le loro sfaccettature.