A chi non è mai capitato di osservare una o più parti del corpo e di notare qualche imperfezione? Questo è totalmente normale. Ma se la domanda “perché non mi piace il mio corpo?” diventa un’ossessione pervasiva e sfiancante, allora in questo articolo potresti trovare spunti interessanti.
Il corpo come ossessione: il Disturbo da Dismorfismo Corporeo
Il Disturbo di Dismorfismo Corporeo, anche chiamato Dismorfofobia, si caratterizza per un’intensa preoccupazione o ossessione per uno o più difetti o imperfezioni che le persone percepiscono rispetto al loro aspetto fisico ma che non sono realmente rilevabili o che appaiono agli altri solo in modo lieve (American Psychiatric Association, 2013).
Quali sono i sintomi del Dismorfismo Corporeo?
Quanti soffrono di Dismorfismo Corporeo possono ritenere di essere brutti, non attraenti, o addirittura anormali o deformi. Per gestire questa angoscia, si sentono spinti a mettere in atto comportamenti ripetitivi come, ad esempio, paragonare il proprio corpo con quello di altri, valutarsi ossessivamente allo specchio, dedicarsi in modo eccessivo alla cura del proprio fisico o look, passare molto tempo e spendere molte energie a camuffare o coprire le parti del corpo che non apprezzano, anche grazie a trattamenti estetici.
Qual è il rapporto tra chirurgia estetica e Dismorfofobia?
Ricerche internazionali evidenziano come il 3-7% dei soggetti affetti da Dismorfofobia si rivolgano a chirurghi estetici (Sarwer et al., 1998; American Psychiatric Association, 2013).
ATTENZIONE!
Questo significa che chiunque ricorra alla chirurgia estetica è affetto da Dismorfofobia? No. Così come chi beve alcol non per forza è dipendete dall’alcol. Come al solito la gravità del disturbo dipende dal fatto che il sintomo, in questo caso la preoccupazione per la percezione corporea, sia o meno perversivo, invalidante, angosciante e ricorrente.
A quali interventi al corpo ricorre un paziente affetto da Dismorfifobia?
Uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti da pazienti affetti da Dismorfofobia è la rinoplastica. Il naso, infatti, è una delle parti del corpo che desta maggiore preoccupazione (Neziroglu, & Yaryura-Tobias, 1993).
Sembrerebbe che 76% dei soggetti dismorfofobici non richieda cure psicologiche o psichiatriche ma ricorra, nel 45% dei casi, a interventi dermatologici e nel 23% a interventi di chirurgia plastica (Philips, & Diaz, 1997; Philips et al., 2002).
Ricerche più specifiche hanno mostrato la presenza di Dismorfofobia o di alcuni sintomi in soggetti ricoverati in una clinica estetica (Altamura et al., 2001), in coloro che richiedevano iniezioni di botulino o peeling chimico (Harth, & Linse, 2001; Castle et al., 2004), in pazienti dermatologici con problemi di acne o lesioni vascolari benigne (Phillips et al., 2000; Bowe et al., 2007), in soggetti che chiedevano interventi di chirurgia estetica a causa di cicatrici (Crerand et al., 2004), oppure un consulto odontoiatrico (Hepburn, & Cunningham, 2006) o, ancora, in pazienti obesi o che richiedevano trattamenti oculistici omaxillo-facciali (Herren et al., 2003; Adair, 2004).
Che tratti di personalità ha una persona ossessionata dal proprio corpo o dismorfofobica?
Alcune ricerche hanno studiato se e quali tratti di personalità possano predisporre le persone con Dismorfofobia a valutare di sottoporsi ad interventi di chirurgia estetica. Ad oggi, non è ancora chiaro se esistano specifiche caratteristiche emotivo-comportamentali ma numerosi studi hanno proposto tratti quali: perfezionismo, aspettative ideali irrealistiche e paura eccessiva del giudizio altrui (Hewitt et al., 2003).
In particolare, il perfezionismo indurrebbe a sottoporsi a trattamenti estetici intervenendo anche su aree del corpo non raggiungibili attraverso diete e sport.
La Dismorfofobia ha molti tratti in comune con i Disturbi del Comportamento Alimentare. Per saperne di più leggi questo nostro articolo.
La cura del corpo non può escludere la cura della mente
Sulla base di quanto sopra descritto, è essenziale che i medici specializzati in chirurgia estetica siano a conoscenza delle dell’impatto potenzialmente negativo a cui l’intervento potrebbe portare.
Anche quando viene raggiunto un ottimo risultato a livello estetico, infatti, il paziente può continuare a percepire il difetto e non riscontrare maggior benessere, ma anzi avere un peggioramento nella sintomatologia. I soggetti dismorfofobici, infatti, possono andare incontro a un disagio ancora più elevato: realizzare che, pur avendo fatto ricorso alla chirurgia, continuano ad essere insoddisfatti del proprio aspetto fisico è angosciante (Castle et al., 2006).
Quali aspetti di personalità valutare prima di un intervento estetico?
Prima dell’intervento, il paziente dovrebbe sottoporsi ad una valutazione psicologica che si articola in modo seguente (Rotundo, 2015):
- valutazione delle motivazioni che inducono a tale scelta, con particolare focus sull’atteggiamento verso il proprio aspetto, stress, disabilità e quantità di tempo trascorso a mettere in atto comportamenti compulsivi;
- analisi della storia di vita;
- osservazione, anche tramite test, delle caratteristiche di personalità;
- indagine sull’eventuale presenza di passati interventi estetici, in particolare: numero di procedure attuate;
- dialogo in merito alle aspettative nei termini di risultato estetico e sociale e delle possibili complicazioni correlate all’intervento. Infatti, le persone con dismorfofobia tendono a riporre una fiducia irrealistica nella chirurgia estetica, ritenendola in grado di apportare cambiamenti rivoluzionari nella propria vita, ad esempio aiutandoli ad avere un partner o un nuovo lavoro (Veale et al., 2003).
Se la domanda “perché non mi piace il mio corpo?” diventa un’ossessione pervasiva e sfiancante è chiaro che bisogna rivolgersi prima di tutto ad uno psicologo o uno psichiatra piuttosto che al chirurgo estetico. Per approfondire questo tema o fare semplicemente qualche domanda scrivici qui, saremo felici di risponderti.
Michela Launi
Sono una psicologa milanese ad orientamento psicanalitico. Credo fortemente che i momenti di difficoltà della vita possano essere occasione di crescita, comprensione di sé e fonte di miglioramento personale. Offro prestazioni a tariffe accessibili perché sono convinta che il benessere psicologico non debba essere un lusso per pochi ma una possibilità alla portata di tutti.