È chiaro che almeno una volta nella vita ci siamo posti questa domanda “sono narcisista?”. Se non te lo sei mai chiesto ho una brutta notizia per te: può darsi che tu lo sia veramente!

A parte gli scherzi, qualora tu non te lo sia mai domandato, più probabilmente il quesito era poco diverso. Qualcosa del tipo: “sto con un* narcisista”?

Ma come mai siamo ossessionati di questo e altri temi relativi alla salute mentale? Proviamo a spiegare come l’evolvere dei social network abbiano impattato sul nostro modo di pensare a questi argomenti.

L’evolvere dei social network: da piattaforme di intrattenimento a fonti d’informazione 

È assodato che video dal titolo “sono narcisista?” o sulle relazioni tossiche spopolano da anni oramai sui social network. Questi strumenti hanno subito una notevole espansione nel corso degli anni, trasformandosi da semplici piattaforme di intrattenimento a fonti primarie d’informazione. Tale cambiamento rispecchia il desiderio umano di rimanere costantemente connessi e informati. Tuttavia, la preferenza per i video di breve durata potrebbe limitare la profondità delle informazioni fornite, specialmente su argomenti complessi come la salute mentale.

La diffusione della disinformazione sui Social Network

La disinformazione sui social media, evidenziata da studi come quello condotto da Wang et al. (2019), è un fenomeno diffuso, soprattutto riguardo alla salute. Argomenti come le vaccinazioni, l’alimentazione, relazioni, il narcisismo, il cancro e il fumo sono particolarmente colpiti da questa tendenza. La disinformazione su questi temi può avere gravi conseguenze sulla salute pubblica, alimentando timori infondati e influenzando le decisioni individuali.

Conseguenze dell’ipersemplificazione dei contenuti brevi

L’ipersemplificazione dei contenuti brevi, soprattutto in ambito medico, può portare a una comprensione superficiale e distorta delle condizioni mediche. Questo può risultare in autodiagnosi errate, ritardi nell’accesso a trattamenti adeguati e aumento dell’ansia per la salute. È importante promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza di cercare informazioni affidabili e consultare professionisti qualificati per una valutazione accurata e un trattamento adeguato.

Disturbi Alimentari, Relazioni Tossiche e Narcisismo: i pericoli dell’autodiagnosi

Nel mondo dei social network, la tentazione di auto-diagnosticarsi su questioni delicate come i disturbi alimentari, le relazioni tossiche e il narcisismo può essere irresistibile. Tuttavia, è fondamentale comprendere i rischi e le conseguenze psicologiche di tale pratica. Brevi video che pretendono di rispondere alla domanda “sono narcisista?”oppure “sono anoressica?” possono essere non sono solo inutili ma anche nocivi. L’autodiagnosi su questi argomenti può portare a un’interpretazione distorta dei sintomi e dei comportamenti, aumentando il rischio di auto-accettazione o auto-giudizio negativo.

L’autodiagnosi può ingannare le persone facendo loro credere di avere problemi che in realtà potrebbero non esistere o essere diversi da quelli immaginati. Questo può alimentare ansia, depressione e altri disturbi psicologici, compromettendo il benessere emotivo e mentale degli individui. Inoltre, l’autodiagnosi può influenzare negativamente il rapporto con se stessi e con gli altri, portando a un isolamento sociale e a un deterioramento delle relazioni interpersonali.

Il rischio della banalizzazione e normalizzazione dei disturbi mentali

L’autodiagnosi dei disturbi mentali sui social network può comportare il rischio di banalizzare e normalizzare comportamenti problematici. Quando le persone attribuiscono etichette psicologiche a se stesse o agli altri senza una valutazione professionale adeguata, c’è il pericolo che i comportamenti associati a tali disturbi vengano minimizzati o addirittura normalizzati. “Un po’ anche io sono narcisista” o “questa relazione è tossica” sono oramai frasi del nostro quotidiano. Questo può portare a una sottovalutazione delle conseguenze di un comportamento problematico e ostacolare il riconoscimento della necessità di intervento professionale. Inoltre, la normalizzazione dei disturbi mentali sui social media può alimentare un senso di accettazione sociale di comportamenti disfunzionali, compromettendo ulteriormente il benessere emotivo e la qualità delle relazioni interpersonali. È quindi essenziale sensibilizzare sulle implicazioni negative dell’autodiagnosi e promuovere una cultura che incoraggi il ricorso a professionisti qualificati per una valutazione accurata e un sostegno adeguato.

Come diventare narcisista: L’Effetto Pigmalione

L’autodiagnosi può anche portare alla creazione di dubbi e angosce spropositate, amplificando le preoccupazioni e alimentando il cosiddetto “Effetto Pigmalione”. Quando le persone si auto-attribuiscono etichette diagnostiche senza una valutazione professionale, possono iniziare a interpretare i propri comportamenti e stati emotivi attraverso il filtro di tale diagnosi presunta. Questo può portare a una sorta di profetizzazione autoavverante, in cui i pensieri e le paure associate alla presunta diagnosi influenzano il comportamento e il benessere emotivo dell’individuo. Di conseguenza, l’autodiagnosi può aumentare in modo significativo il livello di stress e ansia, creando dubbi e angosce là dove potrebbero non esserci. È importante prendere coscienza di questo rischio e cercare supporto professionale per una valutazione accurata e un approccio terapeutico appropriato.

Consigli per una valutazione consapevole della propria salute mentale

1. Consultare un professionista qualificato: in caso di dubbi sulla propria salute mentale, è essenziale consultare uno psicologo o un professionista della salute mentale per una valutazione accurata e un trattamento adeguato. Se hai domande o dubbi sul tema della salute mentale contattaci qui! Ti risponderemo in modo qualificato e al più presto. 

2. Evitare confronti dannosi: evita di confrontarti con ideali irrealistici o stereotipi sui social media. Ognuno ha il proprio percorso unico di crescita e di autorealizzazione, e confrontarsi con gli altri può portare a un senso di inadeguatezza e insoddisfazione.

3. Cercare supporto affettivo: coltiva relazioni positive e supportive con amici, familiari e professionisti della salute mentale. Il sostegno sociale è fondamentale per affrontare le sfide della vita e promuovere il benessere psicologico.

4. Coltivare la consapevolezza di sé: pratica la mindfulness e l’auto-riflessione per sviluppare una maggiore consapevolezza di te stesso e delle tue esigenze emotive. Conoscere e accettare se stessi è il primo passo verso una vita più equilibrata e soddisfacente.